Un foggiano sulla sedia elettrica: il gangster Oreste “The Kid” Scillitani

Un foggiano sulla sedia elettrica:

il gangster Oreste “The Kid” Scillitani

 Contributo di Giuseppe d’Angelo e Tommaso Palermo

Questa storia vera affonda le sue radici nella Foggia dell’Ottocento: è una storia di emigrazione, una vita romanzesca e rocambolesca, dal tragico epilogo:è la storia di Oreste Scillitani.

Oreste Scillitani

Oreste Scillitani

Oreste nasce a Foggia il 22 ottobre del 1890, da Michele Scillitani (24/11/1855), di professione calzolaio, e da Angiola Verzicco (23/2/1861); la famiglia, interamente foggiana, si compone di un altro membro: il primogenito Giovanni Battista, nato il primo giugno del 1883. É una famiglia povera, che cerca di contrastare in vari modi la propria condizione sociale, anche con piccoli furti.

Nel 1895 gli Scillitani chiudono le valigie e salpano per l’America. É il 3 dicembre quando scendono dalla SS California per raggiungere gli uffici dell’immigrazione di Ellis Island, a New York.

I quattro foggiani sbarcano stringendo speranze di un avvenire più florido ma la terra d’oltreoceano si rivelerà presto fioriera di infausti destini.

Il 3 gennaio del 1899 nasce l’ultimo figlio di Angiolina e Michele: Saverio detto “Sammy”; morirà a 101 anni in Florida, dopo una vita costellata da numerose vicende giudiziarie.

I primi atti delinquenziali di Oreste non tardano a manifestarsi, diventeranno una costante della sua condotta di vita.

Il Mulberry District dove vive la famiglia Scillitani (al civico 241 di Mulberry street), è un coacervo di bande criminali, una fucina di gangster.

Mulbery Street

New York City – Mulbery Street – 1900

Qui piantano le prime radici: la camorra napoletana, la mafia siciliana e la Mano Nera.Famiglie come i Gotti e i Gambino hanno il proprio quartier generale in questa zona e al 205 di Mulberry Street, per contrastare la zona col più alto tasso di fenomeni delinquenziali, ha sede il 12° distretto di polizia di New York.

polizia

New York City – 12° Dipartimento di Polizia, 205 Mulberry St. 1905

Dal 9 gennaio 1903 al primo luglio del 1904, il giovane foggiano è ospite del riformatorio cattolico di New York;  successivamente viene inserito in un collegio della stessa città: dal 26 ottobre 1904 al primo marzo 1907. L’omonimo nonno, intanto, accresce le finanze ed il potere della famiglia: fa traffici illeciti e compra diversi edifici del circondario.

Dopo quasi due anni, Oreste è di nuovo fermato, per un furto aggravato, il 29 gennaio del 1909. La sentenza, pronunciata esattamente due mesi dopo, lo condanna (all’età di diciotto anni) a tre anni e sei mesi di reclusione da scontarsi nel celebre penitenziario di Sing Sing, dove varca l’ingresso l’otto maggio del 1909. Viene rilasciato il 18 novembre del 1911, in stato di libertà vigilata, all’età di 21 anni.

Il foggiano si è ormai imposto all’attenzione della legge, della stampa e soprattutto dei rivali: è temuto  in considerazione; cosa tipica per l’epoca, il suo nome e soprattutto il suo cognome cominciano a circolare sotto diverse varianti. Il nome del foggiano è noto come: Oresto, Orest e John; il cognome, invece, compare nelle varianti: Schilitano, Shillitoni,Shillitani, Scialtentano.I soprannomi che la malavita gli affibbia sono: “The Kid”, “The paper box kid”, “Harry Shields”.

Il foggiano dai capelli neri e  gli occhi azzurri è un frequentatore di sale da biliardo e piscine, ama vestirsi di classe, con gessato grigio e bombetta.

Il quattro maggio del 1913, il New York Times riporta la notizia di una sparatoria avvenuta il giorno prima in una sala da biliardo, al 235 di Mulberry Street: la mano sull’arma è quella del giovane foggiano che vuota il caricatore su due pattuglie di polizia ed un gangster colpevole di aver mancato di rispetto alla famiglia Scillitani, tale Giovanni Rizzo di 35 anni. Un giovane ufficiale di polizia, William Heaney, cade subito vittima dei colpi di Oreste, un secondo poliziotto, Charles Teare, morirà poco dopo in un ospedale.

Dopo venti giorni il giovane latitante, ferito solo di striscio sul capo, riceve una taglia per omicidio.

New York Tribune 6 Maggio 1913

Si consegna spontaneamente dopo ben sei settimane di fuga e molti pattugliamenti della polizia, alle ore 9:00 del 14 giugno 1913, dopo aver trasmesso alle forze di polizia, tramite la mediazione del fratello Giovanni Battista detto “Johnny”, una serie di condizioni, tra cui il rilascio del padre carcerato.

Il foggiano non smentisce il proprio stile impeccabile, da gangster: quando si consegna alla polizia sfoggia un cappello di paglia ed un sigaro.

Il New York Times segue trepidamente la vicenda giudiziaria dell’emigrante foggiano, ormai destinata ad evolversi senza sconti: il 3 marzo del 1914, infatti, la condanna per l’omicidio dei poliziotti Teare e Heaney ed il gangster Giovanni Rizzo è l’esecuzione nel carcere di Sing Sing, dove tre giorni dopo verrà rinchiuso nel braccio della morte. Mentre viene pronunciata la sentenza il foggiano ride, guarda verso la madre e con fare sarcastico le dice di smettere di piangere.

Ha 25 anni Oreste, quando la Corte d’Appello conferma la sentenza di morte.

Un ultimo e disperato tentativo di sfuggire alla legge si verifica in questi giorni concitati. Il 21 giugno del 1916, verso mezzanotte, il detenuto avvicina una guardia con una semplice scusa. Daniel McCarthy, inconsapevole della follia di Scillitani ma conscio della sua pericolosità entra in cella ma viene subito attaccato dal foggiano, che sfodera una pistola e gli intima la consegna delle chiavi. La guardia cede e riceve anche un colpo di pistola al ventre. Lo sparo, il tentativo immediato di fuga e l’agitazione di alcuni detenuti fomentano il caos ma fanno scattare una pronta reazione del personale carcerario. La tensione è altissima ma il foggiano viene bloccato e riconsegnato al proprio, ineluttabile destino.

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La richiesta mossa verso il Governatore Charles Whitman  dall’Onorevole James Osborne a favore di un ritardo dell’esecuzione non porterà alcun vantaggio: nello stesso giorno, il 29 giugno, il Governatore risponde alla richiesta con un breve ma inequivocabile telegramma:”Io non interferirò”.

sedia

Il 30 giugno del 1916, a soli 25 anni, il foggiano Oreste Scillitani viene rasato a zero e condotto, alle 5:51, nella stanza dell’esecuzione di Sing Sing. Lungo il corridoio, lo sguardo di Oreste si incrocia con quello degli altri detenuti verso i quali rivolge un addio aggiungendo:“Dio vi benedica tutti!”.Oltrepassata la famigerata porta verde, viene legato alla “Old Sparky”, la tristemente nota sedia elettrica del penitenziario, con cinghie fissate intorno al petto e alle gambe; riceve, infine, sul capo una spugna bagnata ed un casco metallico munito di elettrodi.

Sono gli ultimi istanti di vita: alle 6:01, tre scaricheda 1600 volt investono a morte Oreste Scillitani.

Il 2 luglio il suo corpo viene cremato e tumulato al “Fresh Pond Crematory and Colombarium” di  Middle Village, nel Queens, New York.

La memoria di Oreste e della sua famiglia resteranno vive nel tempo nella cultura americana: il 28 gennaio del 1945, persino il sindaco Fiorello La Guardia citerà il foggiano con toni aspri nel programma radiofonico “Talk to the people”, apostrofando sarcasticamente gli “Scillitani’s” come “a fine family!”, una famiglia distinta.

Tra il 2012 ed il 2014, un corposo lavoro di ricerca curato dalla famiglia Scillitani e dallo scrittore e ricercatore Steve Turner, condotto anche sugli archivi della città di Foggia, ricostruirà l’intera vicenda della famiglia foggiana che ha lasciato un  segno nella storia americana del crimine.

 

Per approfondimenti sulla vicenda e le fonti del tempo: http://www.gangsteroriginal.com/

Per la testimonianza di Fiorello La Guardia: https://www.youtube.com/watch?v=Uqvbdanmxqk

 

 

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