UN ARTISTA FOGGIANO
di Raffaele de Seneen e Romeo Brescia
Toni Mascolo in uno dei suoi travestimenti scenici (il soldato) ne “La consegna è di russare”
Una lunga e appassionata cronaca, a firma di Armando Capezzera, pubblicata sul Corriere di Foggia del 1° giugno 1967, fa riemergere la figura di Toni Mascolo artista foggiano, comico-cabarettista.
Si capisce che fra il Capezzera ed il Mascolo corre una vecchia conoscenza, ma l’articolista resta sorpreso quando assistendo ad uno spettacolo vede Mascolo calcare le scene del palcoscenico. E’ lì che lo conosce, o ri-conosce, nella veste di artista che apprezza con orgogliosa soddisfazione campanilistica, considerato anche l’apprezzamento del numeroso pubblico presente.
L’incontro avviene nel 1942, nel pieno della Seconda guerra mondiale, in occasione di uno spettacolo offerto dal complesso artistico del Comando di Corpo d’Armata di Bolzano, presso il teatro dell’ospedale Celio di Roma, dove il Capezzera è ricoverato per ferite riportate sul fronte greco-albanese.
Toni Mascolo “il sergentino agile e scattante del 79° Regg. Fanteria, il radiotelegrafista fra i più quotati della zona militare di Verona” è sul palco insieme ad artisti e musicisti di professione, calorosamente applaudito e ripetutamente bissato, complimentato, a fine spettacolo, dallo stesso cast, soprattutto per le sue peculiarità che nell’occhiello dell’articolo vengono così riassunte: “il posto d’onore del suo repertorio lo riserva alle barzellette: rapide, imprevedibili, fulminanti, mai scurrili ….”.
La meraviglia del Capezzera sta anche nel fatto di trovarsi d’avanti ad un Toni Mascolo brillante barzellettiere, rispetto ai trascorsi foggiani di un Tonino-studente interessato al cinedilettantismo, dedito alla lettura di testi di Goldoni e G. B. Shaw, con puntate a personaggi artistici come Fregoli e Predolini.
Dall’articolo risulta che il Toni(no) nasce come attore comico a Verona ancora militare di leva esibendosi in spettacoli, per civili e militari, organizzati nel locale del dopolavoro provinciale.
Toni Mascolo in uno dei suoi travestimenti scenici (il Prete) ne ” La casa sotto il nembo”
L’apprezzamento riscosso arriva fino al suo colonnello comandante che gli affida l’incarico di formare un complesso artistico reggimentale.
Tonino si scopre bravo organizzatore e talent scout, così recluta nel suo reggimento attori e cantanti, mette su un’orchestra jazz e perfino una troupe acrobatica. Dopo un mese, la prima di una serie di spettacoli che si conclusero al “Nuovo”, massimo teatro di Verona.
Poi la guerra lo porta in Piemonte e Jugoslavia, zone di operazione. Ritornato in Italia viene avviato ad un corso speciale per radiotecnico presso il Genio di Bolzano. Qui riceve l’ordine di passare in forza al complesso artistico del Corpo d’Armata di stanza in Alto Adige, ed infine inviato a Roma dietro invito dell’EIAR per delle trasmissioni dedicate alle forze armate.
Toni(no) tornerà a Foggia scampando alla cattura da parte dei tedeschi dopo una rocambolesca fuga da San Candido sul confine austriaco iniziata la notte dell’8 settembre ’43, con lui ci sono artisti di fama all’epoca: Nico Pepe, Clara Autieri e Franco Ferrari.
Foggia: “la sua tomba di artista”, così conclude l’articolista.
Fonte: Il Corriere di Foggia, custodito presso la biblioteca provinciale di Foggia
ANTONIO MASCOLO, di Luciano (usciere comunale) e Cifaldi Carolina nasce a Foggia l’11 gennaio 1917, viene a mancare all’età di 76 anni il 7 settembre 1993.
All’atto della chiamata di leva militare, studente in possesso di licenza di avviamento al lavoro, risulta abitare in via Piave.
Il breve scorcio della sua vita su cui l’articolista accende un faro, trova ampia corrispondenza nelle fonti archivistiche consultate. Forse il periodo più intenso e appagante del “serpentino agile e scattante”, prima caporale e prima ancora soldato scelto.
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