Ritorno sui luoghi

“Rombi,  storie & scorie di una guerra”

“FOGGIA OCCUPATOR”

(Ricordi di soldati americani durante il periodo di occupazione)

 RITORNO SUI LUOGHI

Foggia Occupator

 Maria Di Bari era magra con capelli scuri, occhi scuri, pelle d’avorio e lineamenti delicati. Era la sorella grande di tutti nel nostro ufficio e abbiamo cercato di essere i suoi fratelli maggiori.

Maria era segretaria bilingue, svolgeva mansioni di collegamento, organizzazione, direzione e interprete di tutte le cose italiane quando stavamo chiudendo “Occupator Foggia”. Viveva al dodici di Via Freddo, fra noi vi era un rapporto fraterno e un giorno le dissi: “Qualunque cosa tu faccia, Maria, non sposare un americano!”. Lei sorrise.

Avevo letto che i cognomi italiani preceduti da “di” e “da” implicano discendenza illegittima [trovatelli] come in Leonardo Da Vinci.

–         “Sei sicura che non sei Maria da Bari?” la presi in giro.

–         “Di Bari!”  rispose lei con un luccichio negli occhi.

Passato un po’ di anni mia moglie ed io siamo arrivati a Foggia in vespa.

Avevamo comprato lo scooter piccolo e grazioso a Mestre, alle porte di Venezia, avevamo progettato di arrivar a Foggia attraverso le montagne per Napoli, poi  risalire a nord per andare a Parigi, e infine Le Havre per la traversata oceanica verso casa. Speravo che avremmo rivisto Maria.

Romeo

(FOTO REALIZZATA CON TECNICHE DI RITOCCO FOTOGRAFICO)

 

Foggia era stata ricostruita, ma era ancora riconoscibile. Dopo aver prenotato in un albergo, ci siamo recati in scooter al dodici di Via Freddo. Ho bussato ad una porta ed ho saputo che la Di Bari  si  era trasferita.  Ottenuto il nuovo indirizzo, era dall’altra parte della città, un appartamento in un bel palazzo nuovo. Lì una donna anziana, forse la mamma, ci ha aperto. Nel mio italiano stentato dissi che conoscevo Maria dal periodo dell’occupazione, e che volevo farle conoscere mia moglie.

La donna scoppiò in lacrime. Oh  Dio! Cosa è successo! Lei ci fece accomodare, e quando fummo seduti a bere un  aperitivo osai chiedere: “Per favore, mamma, Maria dov’è?”.

Tirò un respiro, ancora lacrime e disse: “Sche-nec-ta-dy!” mentre tirava fuori una foto incorniciata 8×10 di Maria mentre spingeva una carrozzina lungo una strada alberata in America. Maria aveva sposato un americano.

Chiesi ancora alla donna perché fosse così triste. Lei indicò la foto, e con un singhiozzo disse: “Non conosco neanche il mio nipotino!”.

“Signora, perché non va in America?” le dissi, lei rispose: “E per quanto riguarda gli altri figli!?”:

Come  vorrei avere una copia di quella fotografia.

Gene Cowen

 

 

 

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