Le paranze dei pesatori

LE PARANZE DEI PESATORI DI LANA

di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Via Nunziata Sulmona

E’ una vecchia via di Foggia, Via (o vico) Nunziata Sulmona, trenta passi di lunghezza che sbucano su Via Le Maestre (Via Maestra!), in quella parte che costituisce il muso della “Testa di cavallo”, dentro le mura una volta, poco più in là Porta Eccana (Porta Troia), che ci riporta indietro nel tempo, a un’economia cittadina basata fortemente sulla pastorizia (Foggia capitale della Transumanza), ai mestieri tipici di quell’arte e all’indotto che si creava in città: fiscellai e jungiari, salatori di cacio e bassettieri, maniscalchi (ferrcavàlle), bardai e sellai, costruttori di corde (zucàre), affittatori di fondaci e poi la grande, importantissima “Fiera di maggio”.

Peso per Lana 1

Antico peso in pietra per pesare la lana – Custodito nel piccolo museo dell’archivio di stato a Foggia.

In questo fiorire di arti, mestieri ma anche professioni, di particolare importanza era l’attività svolta dalle paranze dei pesatori di lana, gente di provata onestà, appositamente nominata, proveniente dai paesi d’origine dei pastori transumanti e dei locati, addetta alla pesatura della lana confezionata in “balloni”, alla registrazione del peso (Rubbio = 8,9 kg) e del nome del produttore  nel momento che questa veniva immessa nei fondaci (infondacata) e poi al momento del suo prelevamento (sfondacata) per la vendita.

Foggia era piena di questi locali chiamati fondaci, locali a piano terra di svariata grandezza, alcuni di proprietà della Dogana, altri dell’Università (Comune), la maggior parte di privati che li cedevano in fitto.

Una delle paranze dei pesatori di lana era proprio la “Nunziata Sulmona”, che prendeva il nome dalla SS. Annunziata di Sulmona protettrice del loro paese di origine. A questa si aggiungevano la “Castel di Sangro”, “Aquila bianca” e “Aquila nera” (per il tipo di lana che trattavano, bianca una, nera l’altra)

Già dalla seconda metà del ‘500 i pesatori di lana vanno assumendo rilevante importanza nel sistema della fiera che si tiene ogni anno a Foggia prima che i pastori  transumanti  rientrino ai loro luoghi d’origine.

I pesatori nominati: cinque per l’Aquila, quattro per la Sulmona e due per la Castel di Sangro sono poi responsabili del restante personale che costituisce la paranza.

Tutti i locati devono infondacare la  lana prodotta avvalendosi di una delle paranze di pesatori, ed è proprio dai registri delle paranze che si possono rilevare le quantità prodotte per anno e per locato, i nomi e le provenienze di questi, come dei mercanti acquirenti.

Il lavoro delle paranze si svolge da marzo a maggio ed i produttori conferitori risultano suddivisi per classi sociali: baroni, Chiesa (enti ecclesiastici),  ceto civile (notai, dottori, ecc.) e proprietari particolari.

Più completi ed esaustivi dati, economici e finanziari,  sono riportati nel volume “Foggia mercantile e la sua fiera” di R. Colapietra e A. Vitulli – Daunia Editrice – 1989. Altri, compresa la denominazione e l’ubicazione dei fondaci sparsi nella città di Foggia si rilevano da un PDF , “Produzione della lana nella R. Dogana di Foggia e relativo commercio con Terra di Lavoro nella seconda metà del seicento” di Pasquale Di Cicco.

 

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