Foggia “illuminata”

Foggia “illuminata”

(‘U lampiunàre)

di Raffaele de Seneen e Romeo Brescia 

     Il problema dell’illuminazione pubblica a Foggia viene posto contestualmente a quello della nomenclatura delle strade e alla numerazione (numeri civici) dei vari tipi di immobili esistenti. E’ nella seduta del Decurionato dell’8 dicembre 1810, Sindaco  M. Sarcinelli, I° degli eletti G. Buontempo, II° degli eletti A. Villani, che “si è messo parimenti in discussione la manutenzione di dodici lumi a riverberi per ora”.

Corso Garibaldi-Corso garibaldi-

Come doveva apparire Foggia alla luce dei primi lampioni

(foto realizzata con tecniche di ritocco fotografico)

 

Sollecitazione in proposito era giunta dal Consigliere d’Intendenza D. A. Patroni: “la buona polizia rurale e Municipale de’ paesi decide della civilizzazione de’ suoi abitanti. Un oggetto essenziale, e che non dee sfuggire all’occhio vigile dell’Amministratore, e certamente l’illuminazione delle rispettive comuni, e delle principali tra essi. Molte diggià hanno commessi de’ riverberi all’esempio della Capitale [Napoli], e tra pochi giorni ho la soddisfazione di vederle illuminate. E’ di ogni necessità dunque che ne’ nuovi stati discussi figuri un fondo da impiegarsi annualmente alla compera de’ suddetti riverberi”. E’ da immaginarsi quante limitazioni, pericoli e disagi causasse la mancanza di una forma di illuminazione pubblica. La gente stessa, all’epoca, nell’affrontare le strade buie si forniva di un “tizzone”. Quindi il Decurionato di Foggia “ha risoluto affidarsi anche questo affare a summenzionati Decurioni Sig. S. Frascolla, ed Accinni, acciò facciano delle osservazioni sull’offerta e proponessero subito un Piano, dove dovrebbe fissarsi l’illuminazione di questi dodici lumi, e con la massima sollecitudine”. Fu il Sig. Schinco Michele a proporsi con un’offerta di grana otto e mezzo al giorno per ciascun riverbero, il che fa presumere che oltre alla fornitura e posa in opera dei “riverberi” era considerata anche la manutenzione giornaliera: combustibile, accensione e spegnimento. Ancora in fase di aggiudicazione dei lavori, il numero dei riverberi fu portato da 12 a 23 per cui la spesa prevista non risultò più sufficiente.

FOGGIA ANTICA

Strettamente connesso a questo tipo di servizio che il Comune offriva ai cittadini era il mestiere di “lampiunàre” (lampionaio/lampionaro), l’uomo addetto all’accensione e spegnimento di questi apparecchi.

 

Piazza Federico II

PIAZZA FEDERICO II

 

 

Possiamo immaginare l’utilità di questo servizio, siamo agli inizi del 1800, e all’utilità per i grandi si aggiungeva la gioia dei bambini che potevano prolungare il  tempo dei loro giochi di strada. L’uomo dei lampioni, una lunga asta sulla spalla, veniva atteso con ansia, e la magia avveniva quando “accendeva la striscia”: sicurezza per i grandi, prolungamento dei giochi per i piccoli, e qualche studente poteva risparmiare la candela o il petrolio del lume di casa, perché sotto il lampione acceso poteva proseguire e completare i suoi impegni di studio.

 

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