Il feretro passato per Foggia

Il feretro passato per Foggia

di Tommaso Palermo

Sono le 23:30 del 21 settembre 1923. Presso la stazione di Foggia giungono le rappresentanze dell’Esercito, della Milizia Nazionale, le autorità e varie associazioni. É notte ma un intenso flusso di foggiani si dirige verso la stazione, per accogliere un convoglio speciale, bordato a lutto.

Per comprendere le ragioni di una così intensa partecipazione nel cuore della notte è necessario fare un salto indietro nel tempo.

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Generale Enrico Tellini
nato Castelnuovo di Garfagnana, 25 agosto 1871

Poco meno di un mese prima, il 27 agosto, un convoglio di militari italiani con a capo il generale Tellini sta percorrendo, in Grecia, il tratto di strada compresa fra Giannina e Kakavia; con il generale ci sono: un maggiore medico, un tenente, un assistente di campo del generale, un conducente ed un interprete albanese. La delegazione è in missione all’interno di un progetto delicato di definizione dei confini fra Grecia ed Albania e fra quest’ultima e la Jugoslavia, come stabilito dalla Conferenza degli Ambasciatori. Quasi in prossimità del confine albanese, la delegazione subisce un fatale ed enigmatico attentato. Immediato lo scambio di accuse fra greci ed albanesi quanto l’abbandono dell’ipotesi di una sorta di imboscata da brigantaggio, considerando che dai corpi e dal convoglio nulla viene prelevato.

L’Eccidio di Giannina, noto anche come “Eccidio Tellini”, diventa un episodio critico di attrito diplomatico fra Italia e Grecia. Mussolini accusa quest’ultima, arrivando a chiedere: la pena capitale per gli eventuali colpevoli, un risarcimento di 50 milioni di lire e gli onori alla bandiera italiana da parte della marina greca. Dopo un parziale accoglimento delle richieste, nasce un vero e proprio scontro, con l’occupazione italiana di Corfù e il bombardamento via mare del suo forte.

É la Società degli Ambasciatori ad “arbitrare” diplomaticamente la crisi italo-greca e la Grecia si vede presto costretta a soddisfare ogni richiesta dell’Italia. Gli onori al porto ateniese del Falero vedono partire i feretri verso il porto di Taranto. Da lì, il treno diretto verso la capitale sosterà anche a Foggia.

Vi giunge alle 24, come accennato all’inizio di questo racconto. A dare disposizioni sulla silenziosa cerimonia di raccoglimento è l’allora sindaco Mandara.

Le salme ricevono gli onori e il treno riparte per Roma.

Un grande manifesto dell’evento foggiano viene conservato nell’Archivio Storico Comunale di Foggia, eccone il testo:

“Municipio di Foggia – Cittadini, questa notte, alle ore 24, provenienti da Taranto, transitano per questa Stazione verso l’Urbe, dove l’anima palpitante della Patria le accoglierà con onori sovrani, le Salme dei nostri fratelli della Missione Militare Italiana barbaramente trucidati in Grecia. Agli Eroi del dovere inchiniamo tutte le nostre bandiere e dedichiamo, in un minuto di sano raccoglimento, il più puro palpito dei nostri cuori. CITTADINI, perché la manifestazione di cordoglio della nostra Città riesca degna dei Martiri Gloriosi e della Patria Immortale Vi invito a convenire numerosi questa notte allo scalo ferroviario alle ore 23:30 dove le rappresentanze dell’Esercito, della Milizia Nazionale, le Autorità e le Associazioni si troveranno per rendere onore alle Salme Gloriose.

Foggia, 21 settembre 1923 – Il sindaco Mandara – Il Segretario Generale Coppola”.

Fonte: Archivio Storico Comunale di Foggia, carteggio, ctg. VIII, b.35, f.1.

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