Dai ricordi di Ritella
Centro di Ricerca per la Cerealicoltura
di Raffaele de Seneen e Romeo Brescia
“ Ricodo che avevo 16 anni, quando tutte le mattine a piedi dalla mia casa in via Corona andavo fino allo stradone di Via Lucera a lavorare presso la ‘Masseria del Governo’. Dalle prime ore della mattina si lavorava nei campi, quando il grano iniziava la sua fioritura, impollinando le spighe giovani di varietà diverse tra loro, sotto la guida del dott. agrario Iannelli e lo sguardo attento della responsabile Antonietta Tufo. Successivamente si procedeva nelle varie fasi della crescita a raccogliere i dati di umidità dell’aria e la quantità di brina. In seguito alla raccolta si procedeva con la divisione della pula dal grano, dei semi buoni da quelli cattivi e col riconoscere le caratteristiche del nuovo esemplare raccolto. Un lavoro molto bello e interessante per i nostri tempi e a conclusione della campagna lavorativa non mancava il regalo tanto atteso: un sacchetto di riso e piccoli quantitativi di pasta ”
Questo ricordo dell’anziana signora Rita Salerni classe 1939 ci ha spinti a volerne sapere di più su questa masseria e dell’attività che lì si svolgeva.
Un po’ di ricerche e qualche altra informazione ci permettono di arrivare sul posto: SS. 16 al Km. 675, l’attuale Centro di Ricerca per la Cerealicoltura di Foggia dove la disponibilità del dirigente, un ligure, e del personale ci consentono di riannodare il filo con i ricordi di Ritella.
Dai tempi di Ritella ad oggi la situazione è molto cambiata. Di tempo ne è trascorso dal 1919 quando su un vasto territorio agricolo, circa 185 ettari alle porte di Foggia, nasce la Stazione Fitotecnica per le Puglie, una diramazione dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura il cui scopo era quello “della sperimentazione diffusa dei suoi frumenti nelle diverse zone d’Italia”.
Anima e motore inarrestabile di questo Istituto fu NAZZARENO STRAMPELLI (1866 – 1942), agronomo, genetista e senatore italiano, grande esperto di genetica che realizzò decine di varietà differenti di frumenti, di cui alcuni portano nomi che si rifanno al nostro territorio: Dauno, Cervaro, Apulia.
Ma già prima, e a partire dal 1907 lo Strampelli aveva eseguito sperimentazioni usufruendo di terreni agricoli messi a disposizione dal Senatore Raffaele Cappelli ( 1848 – 1921) nella Provincia di Foggia, ottenendo nel 1915 un grano di grande successo, “il Cappelli” appunto, in auge fino al 1975, ed attualmente in netta ripresa e rivalutazione.
Ma torniamo alla Stazione Fitotecnica per le Puglie che trova la sua prima sede nella Masseria Manfredini e relativi terreni, prima presi in fitto dagli allora proprietari Tota e poi acquisiti con un esproprio per pubblica utilità.
La vecchia Masseria Manfredini era ubicata lungo lo stradone per Lucera [ritorna il ricordo di Ritella], i suoi terreni si estendevano fino Via Napoli subito dopo gli orti di Colecchia e Accettulli.
Sui terreni della Stazione, sul limitare di Via Lucera, negli anni ’30 venne costruito un borgo, “Le case di Mussolini”, che convisse per un certo tempo con la stessa Masseria.
La stazione divenne nel 1967 Sezione Operativa Periferica dell’Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura, nel 1975 si dotò di nuovi locali, sempre sui terreni in località Manfredini ma in posizione più decentrata rispetto all’evoluzione urbanistica della città; a seguito di una riorganizzazione del CRA nazionale nel 2007 l’istituto sperimentale diviene a tutti gli effetti Centro di Ricerca per la Cerealicoltura.
Oggi: uffici, magazzini, ricoveri macchine ed attrezzi e laboratori scientifici, costituiscono un bel complesso immerso nel verde di un grande parco tenuto con estrema cura.
Circa sessanta le unità lavorative impegnate: dal dirigente, agli amministrativi ed i tecnici, ai biologi e gli operai che procedono alle prime fasi di produzione di nuovi semi dividendo il terreno in “parcelle sperimentali”, parte per il “grano in pianta” da cui ottenere nuovi incroci, parte per il grano maturo da raccogliere con piccole ed adatte mietitrebbie.
Le nuove qualità di grano, suddivise in appositi sacchetti-campione, vengono avviate alla catalogazione e separazione dalla pula, poi passano alla molitura ed alla produzione di pasta e pane per provarne resa e qualità.
Tutto questo lavoro svolto fino ad oggi ha portato alla costituzione di numerose varietà di cereali:
Frumento duro – Cappelli (1915), Tavoliere (1984), Adamello(1985), Ofanto (1990), Fortore (1995), Gargano e Varano (1997), Lesina (1998, Bradano e Vesuvio (1999), Chiara, Ghibli, Sorriso,Turchese (2003) e TD000L89 (2005)
Orzo – Diomede (1993) e Dasio (1999)
Farro – Davide, Mosè, Padre Pio (farro dicocco); Giuseppe, Benedetto e Pietro (farro spelta).
Il tutto si svolge in questa oasi sconosciuta ai più, un’eccellenza tutta foggiana, l’unica che sembra avere, da quando ci è stato riferito, un futuro in evoluzione, si parla dell’affidamento di ricerca su colture industriali tipo ortaggi.
L’unica, perché non dobbiamo dimenticare che Foggia, per la sua vocazione primaria è stata sede di altre eccellenze, oggi in forte affanno, come l’Istituto Ovile Nazionale di Segezia, l’Istituto Sperimentale per le Foraggere, l’Istituto Incremento Ippico, l’Istituto Zooprofilattico, per non parlare della nostra Fiera dell’Agricoltura, in un momento in cui Foggia può vantare e contare su una Facoltà di Agraria della propria Università.
Corpi sciolti e separati, ognuno con una sua propria vita, non una regia che mettesse in rete per valorizzare le peculiarità del territorio, che si continua a dire a vocazione agricola.
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