1° MAGGIO – Storie di lotte, lavoro e solidarietà

1° MAGGIO

STORIE DI LOTTE, LAVORO E SOLIDARIETA’

 di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

4 M

Lottare per ottenere un lavoro, cercare di migliorarne condizioni e salari, e ottenere la solidarietà di chi è nelle stesse condizioni, il refrain che si ripete, in Puglia e terra di Capitanata, dalla fine dell’800 fino a tutti gli anni ’50 del 1900.

Puglia, e con essa la Capitanata, definita “Terra degli eccidi cronici”.

Lotte: scioperi, manifestazioni, occupazioni, lavoro all’incontrario; poi, feriti, morti, arresti, processi e condanne.

Lavoro: quello che non c’è e quello possibile che viene negato.

Solidarietà: fra poveri e diseredati, fra uomini e donne.

Una storia emerge su tutte e fa compendio.

Siamo nel pieno inverno del 1955, braccianti e contadini poveri, uomini e donne, di Sannicandro Garganico partono, appena notte, per percorrere i quasi 60 chilometri che li porteranno sul Lago di Lesina.

Dall’altra parte del lago, sull’istmo, ci sono le terre paludose e incolte dei “padroni del lago” che nonostante la povertà e la miseria dilagante vogliono che restino così, negando lavoro a chi lo chiede e pane a chi ne ha bisogno.

Chi ha la bicicletta, prosegue in sella e pedalando per arrivare dall’altra parte del lago, chi non ne ha, in un gesto di forte solidarietà viene fatto salire su “sandali” e barche dei pescatori locali, gente povera anch’essa, che li traghettano dall’altra parte.

La lotta è dura, l’occupazione delle terre si prolunga nel tempo, c’è bisogno di darsi il cambio fra gli occupanti: chi torna in paese e chi dal paese arriva.

E sempre i pescatori del posto ad aspettare, ma anche ad ospitare braccianti e contadini  nelle loro povere capanne di canne ed erbe palustri: è inverno, piove.

Si mangia condividendo i tozzi di pane che non tutti hanno portato, si beve l’acqua di due pozzi che loro stessi hanno provveduto a scavare.

 25 aprile 1946 - Motta Montecorvino

25 aprile 1946 – Motta Montecorvino

Ne parla la cronaca nazionale, “L’UNITA’” del 20 dicembre 1955: “Da 23 giorni 600 contadini di Sannicandro lottano per dissodare le terre dei ‘Padroni del lago’ [omissis] altri con la bandiera tricolore tornavano in paese”.

Tricolore, non altro, quel “tricolore” che già da novantaquattro anni aveva unito l’Italia, ma che ancora non riusciva a dare pane e lavoro a tutti i suoi figli.

PUGLIA “TERRA DI ECCIDI CRONICI”

1 giugno 1902               Stornara                1 morto

7 agosto 1902               Cassano Murge     1 morto e 4 feriti

8 settembre 1902           Candela                8 morti e circa 20 feriti

14 marzo 1903              Putignano              8 morti e 15 feriti

19 agosto 1903             Galatina                2 morti e 70 feriti

17 aprile 1904              Ruvo di Puglia       1 morto e diversi feriti

17 maggio 1904           Cerignola               4 morti e 40 feriti

13 dicembre 1904        Francavilla F.         1 morto e 4 feriti

8 marzo 1905               S. Marco in L.         4 morti e 40 feriti

16 Aprile 1905             Torre S. Susanna   1 morto e 14 feriti

18 aprile 1905              Foggia                   5 morti e 30 feriti

8 dicembre 1905           Taurisano             4 morti e diversi feriti

16 gennaio 1906           Scorrano              1 morto e 6 feriti

18 aprile 1906               Calimera               2 morti e 16 feriti

2 novembre 1907         Torremaggiore      1 morto e molti feriti

29 marzo 1908              San Severo           2 morti e 4 feriti

25 luglio 1910               Andria                    2 morti e 10 feriti

10 agosto 1910              Bari                      5 morti e 42 feriti

13 novembre 1910        Ostuni                   1 morto e diversi feriti

31 dicembre 1910        Taranto                  3 morti e diversi feriti

30 maggio 1911            Lesina                   2 morti e diversi feriti

28 ottobre 1913             Andria                  1 morto

9 giugno 1914               Turi                       3 morti e diversi feriti

 

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