Uomini contro

UOMINI CONTRO

di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

(Omaggio a chi ebbe paura, e a chi si rifiutò)

FANTACCINO PRIMA DELLA PARTENZA

Soldato di fanteria prima della sua partenza

 “Uomini contro”, film del 1970 del regista Francesco Rosi che gli costò la denuncia per vilipendio all’esercito (poi assolto) perché raccontava di una guerra nascosta e fratricida all’interno della Grande Guerra – 15/18 – che si consumava dentro e fuori le trincee italiane.

Già prima dell’entrata in guerra, così durante e dopo, l’Italia fu divisa tra interventisti e no: scelte politiche, tattiche, economiche e umanitarie.

Morti a centinaia di migliaia, dispersi e prigionieri, feriti poco meno di un milione molti rimasti per sempre invalidi, per conquistare territori in parte persi con la Seconda guerra mondiale.

Quella di Francesco Rosi è la guerra (non) combattuta da chi preso dal terrore cadeva in stato di paura, da chi si rifiutava di andare all’assalto per non perdere le vita e per non toglierla agli altri.

Impreparazione dell’Alto Comando, inadeguatezza di mezzi ed armi, comandi assurdi rispetto alla gran massa di analfabeti che avevano lasciato vanghe ed aratri per imbracciare il fucile a volte si risolvevano con punizioni, condanne a morte sul posto e senza processo, decimazioni.

Durante la Grande Guerra fu inventato il “fuoco amico” non quello che ora va inteso come errore, fatalità, ma quello che partiva dalla propria trincea in caso di arretramento durante un attacco, fra due fuochi insomma.

Foggia e la Grande Guerra

 Una guerra lontana di cui non arrivavano neanche gli echi.

Ampezzo - Zona della Carnia - 30 agosto 1917

Ampezzo – Zona della Carnia – 30 agosto 1917

 

Cartoline di richiamo alle armi, tradotte militari in partenza, donne, anche sposate e con figli, che si trovavano a sostituire gli uomini in tutte le attività maschili.

E file di donne a percepire il “soldo di guerra” per i mariti al fronte, a volte anche malviste: “Puttane di guerra ci chiamavano!” [da una testimonianza orale raccolta e trascritta], poi il carabiniere che bussa alla porta con la cartolina (la seconda) che annuncia “Caduto eroicamente per la Patria”, tutto finiva lì con un lutto neanche condiviso.

Di fronte al Convento di San Pasquale, Via F. Crispi, al tornio del carradore Gaetano Russo (‘a putèje màste Nùcce) si lavorano i bossoli per i cannoni della guerra in corso.

Il Regio Liceo, Palazzo di Giustizia dal 1923 e sede universitaria dal 1989, trasformato in ospedale per militari feriti.

Fonti orali parlano anche dell’Orfanatrofio Maria Cristina, ma la vicinanza dei luoghi potrebbe aver indotto a confusione.

 Nel 1919 nasce a Milano l’ANC (Associazione Nazionale Combattenti) della Prima guerra mondiale, trasformata nel 1923 in ANCR (Ass. Naz. Combattenti e Reduci) che ingloberà anche quelli della Seconda. L’attuale sede di Foggia è in Via Matteotti.

Il 4 novembre 1928 il re Vittorio Emanuele III presenzia all’inaugurazione del Monumento ai Caduti in Piazza Lanza

Il 4 novembre 1928 il re Vittorio Emanuele III presenzia all’inaugurazione del monumento ai Caduti in Piazza Lanza – Dall’archivio Personale di Marco Sarpiello

 

Il 4 novembre 1928 il re Vittorio Emanuele III presenzia all’inaugurazione del Monumento ai Caduti in Piazza Lanza (attuale Piazza U. Giordano) opera dello scultore  Amleto Cataldi e inaugura il Parco della Rimembranza con i Pennoni della Vittoria (attuale Piazzale Italia) dedicato ai caduti della Prima Guerra Mondiale. Nel Parco  venne piantato un albero di pino per ogni caduto nativo di Foggia individuato da un’apposita targhetta.

Il 4 novembre 1928 il re Vittorio Emanuele III presenzia all’inaugurazione del Monumento ai Caduti in Piazza Lanza  1

Il 4 novembre 1928 – Inaugurazione del monumento ai Caduti – Dall’archivio personale di Marco Scarpiello

 

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