Foggiani nella grande guerra

FOGGIANI NELLA GRANDE GUERRA

Contributo di Alfredo Signorile

 MIO NONNO ALFREDO: Un combattente della guerra 1915/18.

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Mio nonno materno, Alfredo Bello, era nato a Foggia l’8 gennaio 1893. A soli 15 anni veniva assunto nelle Poste di Foggia come ragazzo di fatica, ma nella sua lunga carriera diventava Brigadiere, cioè Capo dei Postini.

All’inizio della prima guerra mondiale veniva chiamato ad espletare servizio militare. Raccontava che la maggior parte dei suoi commilitoni che partivano per il fronte erano quasi tutti di origine meridionale e moltissimi pugliesi.

Durante il servizio militare, molti di loro cercavano in tutti i modi di evitare il fronte, molti si procuravano anche gravi menomazioni auditive o altre malattie con l’uso di acidi o altro.

L’esercito italiano era composto da soldati e muli, i muli erano considerati più importanti dei soldati.

Mio nonno, per evitare il fronte, si improvvisò esperto di muli e gli fu affidata la manutenzione delle stalle, oltre al suo mulo in dotazione. Per sua sfortuna gli capitò un mulo molto recalcitrante.

MULO 1

Una sera, mentre puliva le stalle, il suo mulo gli sferrava un calcio, colpendolo alle gambe. Istintivamente mio nonno picchiava il mulo con la pala su una natica.

Non l’avesse mai fatto: la natica del mulo si gonfiava a dismisura. Il giorno successivo, un Capitano, passando a rassegna i muli, notava il gonfiore e volle sapere il nome del responsabile che era mio nonno. Per punizione veniva mandato immediatamente al fronte in prima linea, che significava quasi morte sicura.

Da quel giorno cominciava la vita in trincea di mio nonno . Mi raccontava che la loro trincea era molto vicina a quella del nemico. Di notte, durante la tregua si parlavano con gli austriaci, si scambiavano sigarette e pane, mentre di giorno si lanciavano bombe. Ogni notte tiravano le somme sui caduti e si parlavano da buoni amici di sventura. Il paradosso della guerra.

Un giorno mio nonno veniva comandato di delimitare col filo spinato il confine durante l’avanzata dell’esercito e mentre portava il filo spinato in spalla, perdeva un guanto e non si accorgeva che la sua mano si congelava. Mentre stendeva il filo spinato, la scheggia di una bomba lo colpiva in volto e perdeva i sensi.

Si risvegliava in ospedale e il medico gli comunicava che aveva perduto un occhio.

Ma mio nonno , nonostante tutto, gioiva per essere ancora vivo.

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Veniva congedato in via definitiva con i seguenti riconoscimenti:

  • Congedo definitivo
  • Medaglia istituita a ricordo della guerra 15/18 a firma del ministro A. Diaz.1923
  • Croce di guerra 1924 a firma del Ministro A. Diaz.
  • Autorizzazione a fregiarsi del distintivo d’onore per i mutilati di guerra.1923
  • Onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto 1968

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Al ritorno dalla guerra continuava il suo servizio nelle Poste fino all’età di 65 anni . Gli venivano riconosciuti 50 anni di servizio.

 

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