Fame e borsa nera 2^ parte

“Rombi,  storie & scorie di una guerra”

FAME E BORSA NERA

di Raffaele de Seneen e Romeo Brescia

2^ parte

L’avventura vissuta dal fotoreporter americano di “Foggia Occupator” circa la locale sommossa contro i borsari neri, venne ripresa con più precisione e dettagli dalla cronaca locale in un articolo apparso sul “Corriere di Foggia” del 1° aprile1946.

Corriere di Foggia

Da qualche anno Foggia era considerata dai contrabbandieri di  grano e di farina la loro mecca. Venivano a frotte ogni giorno, specialmente dal barese, con zaini, sacchi, valige e se ne ripartivano indisturbatamente con il carico prezioso acquistato in città e nei poderi limitrofi.  Non mancammo a suo tempo di dare l’allarme su queste colonne, ma le forze di polizia, numericamente scarse e male in arnese, nulla potevano per far fronte alla situazione.

Foggia era diventata una specie di “eden” per tutti i contrabbandieri delle province limitrofe, il “granaio d’Italia” era dunque al servizio del losco mercato svoltosi impunemente tutti i giorni, per tanti mesi, mentre la popolazione onesta e laboriosa, paziente e disciplinata, doveva tirare la cinghia.

A un certo punto, però, la situazione diventata insostenibile: senza pasta, con il pane a 120 al mercato nero, non era più umanamente possibile tollerare le disinvolte scorribande delle turbe fameliche di incettatori,che ogni giorno portavano via da Foggia tonnellate di frumento, di farina e di pasta.

 

MOVENTI

Ecco perché l’altro giorno è sembrato come se la nostra città,tanto provata dalla guerra, si fosse destata da quella specie di torpore in cui era caduta per far sentire finalmente la sua voce e per dare una tangibile dimostrazione di come si possa combattere il mercato nero,e rendere meno penoso il dramma quotidiano di tante e tante famiglie costrette a lottare contro la fame implacabile.

Borsa nera 4

L’agitazione cominciata per la disoccupazione ad iniziativa della Lega dei muratori che – messasi in sciopero – è scesa in piazza con bandiere italiane e americane,e con scritte inneggianti agli Alleati, imploranti “Pane e Lavoro” contrarie all’ingerenza dell’Ufficio Provinciale del Lavoro.

Ai muratori si sono aggiunti altri lavoratori disoccupati, i reduci e le donne del popolo. In Piazza XX Settembre e Corso Garibaldi rigurgitavano di una notevole massa popolare. Prima di iniziare la crociata contro il “mercato nero”,i dimostranti hanno creduto opportuno fare una visitina al Municipio, che veniva alleggerito di una parte di carte giacenti presso l’odioso Ufficio Tasse e il tiranno Ufficio Razionamento.

Di queste carte, in piazza, si è fatto un bel falò, sotto gli occhi della scarsa forza pubblica ed il fuoco di fila delle macchine fotografiche degli americani, accorsi un po’ dappertutto. Anche lo spaccio cooperativo comunale è stato preso d’assalto e vuotato di tutto il suo prezioso contenuto. Il discreto bottino veniva poi caricato su carrette e trasportato alla sede della Lega dei muratori. Evidentemente tutto quel ben di Dio, secondo i dimostranti, era soverchio per gli impiegati del Municipio.

 

ASSALTO AL TRENO

Nel frattempo venivano fermati autocarri di passaggio contenenti generi di contrabbando. Ma l’azione in grande stile doveva attuarsi più tardi alla stazione ferroviaria, all’ora della partenza del terno dei contrabbandieri. La fiumana dei dimostranti, infatti, dopo la tappa diciamo così… municipale, s’avviava compatta alla stazione ed ivi giunta procedeva al rastrellamento del treno proveniente da Bologna e diretto a Bari. A tutti era stata data questa precisa consegna: togliere ai borsari neri, facilmente riconoscibili, tutti i sacchi contenenti farina, grano, pasta e pane.

Con azione simultanea tutte le vetture del treno viaggiatori in attesa di partire per Bari vennero prese d’assalto. Ben presto, però, s’ingaggiava una lotta tra i dimostranti e i contrabbandieri, alcune dei quali saliti sull’imperiale cominciavano a sparare e lanciar sassi. Ma non c’era nulla da fare contro quella massa di dimostranti, decisa a tutto fuor che a morir di fame! I ribelli venivano subito acciuffati e consegnati alla polizia.

Marco Scarpiello

I dimostranti in breve hanno avuto il sopravvento e tutti i sacchi contenenti grano e farina, pane o pasta potevano essere scaricati ed accumulati. Bisognava vedere quanto ben di Dio conteneva quel treno diretto a Bari! Erano diverse decine di quintali. Tanto vero che per trasportare tutta quella roba dalla stazione nel centro della città, ci sono voluti circa trenta carretti.

 

LE VITTIME

La crociata, purtroppo, non è stata incruenta. Nel conflitto tra dimostranti e contrabbandieri, sono rimaste ferite 17 persone, una il muratore Giuseppe Roberto è morta ed un’altra versa in gravi condizioni all’ospedale.

Due mitra ed alcune armi da fuoco venivano recuperate dalla polizia americana e dai carabinieri, che hanno potuto impedire complicazioni più serie.

I contrabbandieri, però, non si sono dati per vinti ed all’arrivo del treno ad Incoronata bloccavano la macchina e raggiungevano le limitrofe case coloniche facendo razzia di tutti gli animali ivi esistenti.

 

I FUNERALI DELLA VITTIMA

Intanto, nel pomeriggio di ieri, la cittadinanza di Foggia ha tributato solenni onoranze alla salma del muratore Giuseppe Roberto.

I funerali, organizzati a cura della Lega Muratori, sono stati imponenti e la popolazione  non ha mancato di esprimere tutto il suo  cordoglio, mentre i negozi rimanevano chiusi nella giornata per “lutto cittadini”.

Il corteo funebre, accompagnato da varie migliaia di persone e molte autorità cittadine, ha percorso le strade principali, sciogliendosi a Porta Manfredonia.

 

 

 

 

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