Ciro Zizzo
di Raffaele de Seneen e Romeo Brescia
Peccato, l’abbiamo conosciuto tardi, troppo tardi, oltre il tempo, il suo tempo terreno. Non è sfuggito, e non poteva non attrarre l’attenzione e l’interesse un annuncio che al nome del defunto aggiungeva una qualifica diversa dalle solite: “Pensionato”, “N. H.”, “Padre esemplare”, invece no, “Partigiano”.
Ciro Zizzo partigiano ancora a novantadue anni di età, è della classe 1922, Ciro Zizzo partigiano a quasi settant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale che si fregia e si onora di quel titolo portandoselo fino alla fine ed oltre, ma anche lasciandolo in eredità a chi gli sopravvive.
Sarà stato un suo desiderio rispettato quello di andar via evidenziando quella onorificenza, o un mutuo accordo familiare a sua volta rispettoso di una vita intera vissuta nei ricordi di una tragica guerra, prigionia e guerra ancora?
La rete ci ha dato una mano, ed in breve si sono creati collegamenti con figli e nipoti: gli affetti, i ricordi, i racconti; invece da una ricerca archivistica i dati ufficiali che seguono.
Ciro Zizzo (Foggia 2.2.1922 – 11.6.2014), tubista, abita a Via Martire n. 54 quando viene chiamato alle armi il 24 gennaio 1942, destinazione 9° Regg. Genio in Trani VII Batt. Artieri.
Dopo un passaggio alla 152^ Comp. Artieri Mobilitata, da Trani, il 13 ottobre 1942, viene avviato al Comando della Divisione in Piceno. Nel marzo del ’43 trasferito al 4° Raggruppamento Genio ed avviato al Comando Base in Bari e successivamente assegnato alla 2^ Compagnia Telegrafisti – 2°Regg. Genio Casale Monferrato.
Il 27 dello stesso mese imbarcato a Bari sbarca a Durazzo il giorno successivo. Il 9 settembre 1943 viene catturato prigioniero dai tedeschi e deportato in Jugoslavia (Belgrado).
[Quasi un anno di prigionia testimoniato dalla sua appartenenza all’Associazione ex Internati di Germania]
Il 10 agosto 1944 un suo tentativo di evasione dal campo di internamento va a buon fine, si da alla macchia e poi si arruola come partigiano nella 7^ Brigata Macedonia dove rimane fino al 1°Gennaio 1945 passando successivamente a far parte del Battaglione misto Partigiani italiani in Jugoslavia fino all’8 maggio dello stesso anno per cui gli viene riconosciuta la partecipazione all’E.P.L.J. (Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia) i cui componenti vengono dichiarati a tutti gli effetti ai militari volontari che hanno operato in unità regolari delle FF.AA. nella lotta di Liberazione (D.L. 6.9.1946 N. 93).
[Per il motivo suddetto viene autorizzato a fregiarsi del distintivo della predetta guerra ed apporre sul relativo nastrino due stellette. Altro distintivo ed una stelletta gli viene riconosciuto per la partecipazione al periodo bellico 1940/43]
Le peripezie di Ciro Zizzo hanno termine il 28 maggio 1946 quando viene rimpatriato: sbarca a Venezia e sosta nel Campo Alloggio di Pescantina. Di lì parte per Foggia con una licenza di 60 giorni ed ottiene il congedo illimitato in data 19 settembre 1946.
Ciro Zizzo, militare-combattente-italiano nativo di Foggia fa parte di quell’ampia schiera di soldati italiani che catturati dopo l’8 settembre ed internati nei campi di concentramento tedeschi si rifiutarono di collaborare e tornare a combattere col l’ex alleato.
Ciro Zizzo fa parte di quella cerchia più ristretta che va oltre la non adesione e la resistenza passiva, Ciro Zizzo fugge dal campo di concentramento e torna a combattere.
[Prima concessine Croce al merito di guerra per operazioni belliche 40/43 – Seconda concessione Croce al merito di guerra in seguito ad attività partigiana – Diploma e medaglia commemorativa assegnati da J. B. Tito Presidente Federazione socialista Repubblica Jugoslava]
FIGLI E NIPOTI RACCONTANO
Famiglia numerosa quella di Ciro Zizzo, poi operaio avventizio al Comune di Foggia, che il 29 gennaio 1949 sposa Luigia Occulto, figlia spirituale di Padre Pio, da cui avrà tanti figli, sei viventi: Francesco Saverio, Salvatore, Rosaria, Luciano, Giulio ed Alfredo che con rispettivi mogli e mariti (Enza Starvaggi, Romeo Corfone, Stefania Venditti, Giovanna Nardella e Rosanna Battisti) gli daranno dodici nipoti e quattro pronipoti, a cui, ogni volta con rinnovata sofferenza e le lacrime agli occhi, se sollecitato, raccontava dei patimenti di una guerra, della fame, delle percosse subite per aver raccolto delle bucce di patate.
Il Presidente della Repubblica Federasle Socialista Jugoslava
Josip Broz Tito
in occasione del ventesimo anniversario
della vittoria della coalizione antifascista
Per aver partecipato alla lotta di liberazione
del popolo della Jugoslavia
e contribuito alla vittoria comune sul fascismo
e al riavvicinamento e l’amicizia fra i popoli
Premia il compagno d’armi
ZIZZO CIRO
con la medaglia di ricordo
in segno di apprezzamento e gratitudine
Belgrado, 5 giugno 1971