Il carnevale nel tempo

IL CARNEVALE NEL TEMPO

Contributo di Gianni Ruggiero

2 KARNEVAL

“Carnevale arrìve prìme a uanne”/ E s’attaccàve n’ata vòte: ere sembe na feste./ Ck’ pòche asceve na maskere, abbastàve nu panne./ I mamme nen tènevene pacienze? abbastàve na veste;/ nu poche de rossette pe ce tenge a facce/ e jemme stubbetejanne, facenne a questue./ E ci’attrezzamme. Ce purtamme pure a vesazze./ Abbuschiamme bescotte, cumbitte fuggianille/ o l’anghiemme sana sane, se tenemme u mazze./ “Carnevale ogne scherze avale” e accussì tanda puverille/ venevene aggemendate, fatte a acce e òve….( “ Carnevale arriva prima quest’anno” / E si cominciava un’altra volta; era sempre una festa / Con poco usciva una maschera, bastava un panno / le mamme non avevano pazienza? bastava un vestito / un po di rossetto per tingerci la faccia / e andavamo scherzando facendo la questua / E ci attrezzavamo. Ci portavamo pure la bisaccia / Ci davano  biscotti, confetti foggianelli / o lo riempivamo tutto, se avevamo fortuna./ “Carnevale ogni scherzo vale” / e cosi tanti poveretti /  venivano presi in giro / sfottuti a morte.)

Questo era il Carnevale di noi ragazzi di fine anni ’60 del secolo scorso. Ma le cronache di Oreste Bucci ci raccontano di un Carnevale di fine ‘800 inizi  ‘900, qui a Foggia, molto più ricco e sfarzoso….Tra le tradizionali mascherate v’era la “parte”; si componeva di una dozzina di persone;….; la comitiva si fermava vicino la porta di congiunti od amici, ove il giovane, accompagnandosi con la chitarra, cantava una canzone d’amore che era tutto un inno alle grazie della sua bella. Era un  seguito di strofe e di “couplets” – distici-     che destavano interesse ed ilarità tra la  folla che sempre più aumentava (O.Bucci – Vecchia Foggia, tiempe bell’e na vote – Stab.Tip. Cav. Cappetta, FG 1961).

carnevale 6-febbraio-1951

Carnevale 6-febbraio-1951

Ma la festa non si esauriva solo nelle strade o nei cortei organizzati o in quelli più o meno spontanei, aveva un seguito nei veglioni nei locali pubblici e privati con i cosiddetti festacchie che in alcune grotte hanno anticipato le feste da ballo che si tenevano  in casa degli anni’60 in cui, soprattutto i maschi attendevano con ansia il cosiddetto “ballo della mattonella” per potere azzeccarse alle ragazze.

carnevale 1947

Carnevale 1947. Maschere ricavate con vecchi abiti inutilizzati

‘U festacchie iniziava sempre in sordina per poi, una volta allentati i freni inibitori, come sempre  a Carnevale, dare libero sfogo al divertimento.

Testimonianza di queste serate da ballo è Guido Mucelli che ha scritto una composizione datata 1910 (‘U Festacchio, dal libro “Pe te e pe me” Stab.Tip. Cav. Cappetta, 1960) in cui descrive con dovizia di particolari queste feste da ballo. La chiave è ironica ed umoristica – tipica dell’autore- come nella descrizione dei partecipanti: Mo arriv’a nubeltà: mudiste e sarturelle/ Ca manc’a farl’apposta, so tutte quante belle/ me pare nu serraglie de scigne ammaestrate. (Ora arriva la nobiltà: modiste e sartine / che manco a farlo a posta son tutte quante belle/ Mi sembra un serraglio di scimmie ammaestrate.).

Questo accadeva nella Foggia gaudente di un tempo. Mo eje arrevate Ursine stagnarille.

Con esclusione delle foto, pubblicato su “il MATTINO di Foggia” del 29 febbraio 2012

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