Foggia 1878: il mancato regicidio

Foggia 1878: il mancato regicidio

di Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

I regnanti di casa Savoia visitarono Foggia in più di una occasione.

Foggia - L'INGRESSO DEL RE 16 NOVEMBRE -(da uno schizzo del sig

Foggia – L’INGRESSO DEL RE 16 NOVEMBRE 1878 (da uno schizzo del Sig. Capitano Breda)

Fra queste visite,  due ebbero caratteristiche e risvolti diversi fra loro, ma ancor di più con le altre.

La prima delle due, non per ordine di tempo,  non fu  una vera e propria visita, ma un semplice passaggio che lasciò l’amaro in bocca alle autorità ed ai cittadini foggiani. Avvenne in occasione del viaggio che affrontò Vittorio Emanuele, principe ereditario e futuro re d’Italia (V. Emanuele III) per andare in Montenegro a prendere la futura sposa e regina.

Al ritorno, i reali sbarcarono a Bari proseguendo il viaggio in treno che nella stazione di Foggia fece la sua consueta fermata. L’allora sindaco di Foggia Perrone, a conoscenza di quanto sarebbe avvenuto e nella certezza che il re avrebbe onorato la città e i cittadini dedicando loro qualche minuto, aveva con solerzia tutto approntato: banda, picchetto d’onore, fuochi d’artificio, autorità e finanche aveva fatto trasformare la sala di attesa di terza classe in un locale, che venne chiamato “Grotta azzurra, degno per ospitare il re.

Ma, nonostante le aspettative ed i preparativi, il re non scese dal treno.

L’altro avvenimento riguarda il re Umberto I che con moglie (Margherita di Savoia) e seguito, appena insediato volle visitare le più importanti città d’Italia, per farsi conoscere e conoscere genti e territori da non molti anni annessi.

Umberto I partì da Roma il 10 luglio 1878 , toccò La Spezia, Torino, Milano, Brescia, Monza, Bologna, Firenze, Pisa, Livorno, Ancona, Chieti, Bari e poi iniziò la risalita dello stivale arrivando e fermandosi a Foggia il 16 Novembre 1878 .

Savoia in visita a Foggia

Cosa accadde in quell’occasione lo riprendiamo dal libro di Romano Bracalini “La regina Margherita”:

“…. I reali arrivarono a Foggia il 16 novembre; e sebbene il prefetto della città avesse adottato ogni conveniente misura di sorveglianza intorno a coloro che si designavano come appartenenti al partito sovversivo (internazionalisti, rivoluzionari, anarchici), un giovane sconosciuto tentò alla stazione di lanciarsi sul re. Pochi se ne erano accorti; e i giornali non ne parlarono …..”.

Il giovane sconosciuto era tale Alberigo (o Alberigo Altieri). Probabilmente l’azione viene bloccata nel suo nascere evitando qualsiasi contatto con la persona del Re.

Il giorno successivo, 17 Novembre 1878, Umberto I è a Napoli dove subisce l’aggressione ed il ferimento da parte del Passanante Giovanni.

I due episodi sono sicuramente da mettersi in relazione: uno stesso piano che aveva previsto più occasioni per attentare alla vita del re. Ne è riprova una lettera inviata al Prefetto di Foggia in data 23 novembre 1878 dal Ministro dell’Interno Zanardelli (Archivio Società Nazionale  Mutuo Soccorso Ferrovieri – Milano),  ed i risvolti dello stesso avvenimento che videro, oltre l’arresto dell’Altieri, anche di Carmelo Palladino e Giovanni Canziani, nella cui casa fu sequestrata una carabina con baionetta a daga, un lungo pugnale e un coltello a molla.

Né il ricco resoconto sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia (N. 271 del 18.11.1878) accenna all’episodio, né un numero speciale di “Storia Illustrata”  (N. 191 – Ottobre 1973”, quasi duecento pagine dedicate al fenomeno dell’Anarchia soprattutto in Italia, che a proposito di attentati ad Umberto I cita quelli del Passanante, di Acciarito fino a quello mortale di Gaetano Bresci.

Se molto si sa di Umberto I nel suo duplice aspetto di “Re Buono” e “Re Mitraglia”, pochissime sono le notizie sull’Altieri che certamente rientra nella non modesta schiera degli internazionalisti, anarchici, pugliesi, con le sue evidenze a Foggia (Angiolillo, D’Angiò, Duria)  ma anche nel resto della Capitanata e i n Puglia.

L’Altieri è di un paese del nostro Subappennino, forse Faeto: “il 25 settembre 1876, il più noto internazionalista del Subappennino, Alberico Altieri, fondava a Faeto una prima società ad indirizzo internazionalista. La prima notizia di quella società è testimoniata da un telegramma, spedito dallo stesso Altieri a Giovanni Bovio a nome della società e bloccato dal Sindaco di Troia” – (Mercurio – in “Le organizzazioni proletarie in Capitanata, dalle società  di mutuo soccorso ai fasci operai” ).

“Nel Subappennino [omissis] gli anarchici più in vista erano Alberigo Altieri e Nicola De Liguori, entrami studenti in Napoli” – (Michele Magno in “Carmelo Palladino e gli anarchici”).

TELEGRAMMA DI ALBERICO ALTIERI

A GIOVANNI BOVIO – TRANI 17 SETTEMBRE 1876

« Società Operaia Faeto manda a voi fervido propunatore principi

repubblicani patriota intemerato, caro affettuoso saluto.

Alberico Altieri »

E’ invece Gianni Ferraris –instancabile ricercatore di storie e di uomini che hanno combattuto per una Italia civile – che da una fonte preziosa, qual è una pronipote dell’Altieri, ci consegna quanto segue:

“ Di Alberico ho sentito parlare dalla sua pronipote. Purtroppo tutta la documentazione è andata perduta negli anni. Rimane però il suo DECALOGO CIVILE. Che la pronipote ricorda in bella vista in casa incorniciato e appeso alla parete e quasi sicuramente fatto per i figli.

 1 – Ama i compagni di scuola che saranno i tuoi compagni di lavoro di tutta la vita.

2 – Ama lo studio che è il pane della mente e sii grato a chi ti insegna, come a tuo padre e a tua madre.

3 – Santifica tutti i giorni con un’azione utile e buona, con qualche atto gentile.

4 – Onora le persone migliori; rispetta tutti; non curvarti a nessuno.

5 – Non odiare, non offendere, non vendicarti mai; ma difendi il tuo diritto e non rassegnarti alla prepotenza.

6 – Guardati da ogni viltà; sii l’amico dei deboli; ama, sopra tutte le cose, la giustizia, senza la quale non c’è che miseria.

7 – Ricordati che i beni della vita sono il frutto del lavoro; goderne senza fare nulla è come rubare il pane a chi lavora.

8 – Osserva e medita per conoscere la verità; non credere ciò che ripugna la ragione; non lasciarti ingannare; non ingannare gli altri.

9 – Non pensare che la patria si ama odiando o disprezzando le altre nazioni, o desiderando la guerra, che è avanzo di barbarie. Chi sente così odia la   

10 – Augura il giorno in cui tutti gli uomini, cittadini liberi di una patria sola, vivano in pace e giustizia da buoni fratelli.

Alberico Altieri.

( Raccolta il 13/4/2009)

Un’ultima traccia di A. Altieri,  flebile e tutta da verificare, la troviamo in uno scambio di notizie fra “italiani d’America” (ultima generazione) che si riporta nel virgolettato: “ Hi Christine my father came from Faeto his name was paolo Altieri or paul alberico.He came here in 1921 and settled in bridgeport Conn.and then staten island ny.I seemed to hit a wall with this too.If you find anything email me tank. (29 gennaio 2003)

Aberigo (o Alberico) Altieri emigrò in America nel 1921?

IL RE D'ITALIA_Pagina_01

Consulta il pdf    IL RE D’ITALIA

In occasione di questa visita dei reali a Foggia, Salvatore Cannizzaro (Napoli)  compose l’ode: “Omaggio alle LL. MM.  Il re d’Italia la regina Margherita ed il principe di Napoli”, un opuscoletto stampato a Foggia in data 11 novembre 1878.

 

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