Le vie proibite

LE VIE PROIBITE

di  Raffaele de Seneen  e  Romeo Brescia

Ci sono vie a Foggia dedicate ma usurpate al pubblico passaggio (Via Silvestro Fiore), altre che per un tratto si sono ridotte a vantaggio dell’edificazione palazzinara (Via Noto), ed altre ancora che sono “proibite”  non perché in esse si eserciti qualche mal’affare, ma solo perché ne è inibito l’accesso ed il traffico da due cancelli in ferro che si attestano dall’una e dall’altra parte.

A volte perché ritenute di proprietà privata,  pertinenza, estensione degli edifici che vi si affacciano, a volte, strettoie e budelli, per ragioni di sicurezza.

Gli è che di lì non può passare più nessuno da molti decenni, e restano sconosciute e avulse dal contesto che le circonda. E’ forte il sospetto invece che fossero opportune, comode e funzionali scorciatoie quando eravamo un popolo di pedoni non meccanizzato; con un breve percorso ti portavano da una zona all’altra, da una realtà all’altra.

Partiamo da quelle che risultano essere le più antiche. L’Arco di San Michele (ora rifatto), da Piazza Siniscalco Ceci a Via Le Maestre, nel quartiere settecentesco, conserva ancora la sua originalità di percorso. Si dice fosse un varco di accesso alla città di epoca medioevale.

Vico Chiuso Cattedrale

Vico Chiuso Cattedrale

Via Campanile

Accesso a Via Campanile sbarrato dal cancello

Poi parte di Via Campanile, sbarrata proprio di fianco alla Cattedrale, un suggestivo passaggio a curva che oltre l’altro cancello immette in una piazzetta quieta e solitaria. Quasi di fronte, Vico Chiuso Cattedrale, la zona è quella, quella della nostra “Chiesa madre” di Foggia. Si, è un vicolo chiuso, come altri nelle zone vecchie di Foggia, ma ne è chiusa anche l’accesso con un cancello. Un altro tipico e piacevole scorcio della nostra città, con piante, alcuni scalini in fondo e una scalinata che appena si intravede all’inizio, sulla sinistra.

Mentre sulla prima parte di Corso Garibaldi, tratto Corso Vittorio Emanuele fino ad arrivare a Piazza XX Settembre, due angusti passaggi, anch’essi “cancellati”: Via Le Granate (termine toscano per indicare la scopa), che immette sul ribattezzato Largo degli Scopari, alle spalle del Banco di Napoli, un antico borgo dove forte era la presenza di gente umile che si dedicava alla produzione di fondi di sedie, scope, fiscelle per il formaggio e cesti utilizzando paglia, giunchi, rami di salice e canna.

Riporta alla mente umili e vecchi mestieri, artigianato di una volta: seggiàre, scupàre, cestàre e jungiàre.

Poco più in là, una parte di Vico Galiano che porta su Via Valentini Vista Franco. Siamo nella zona bonificata durante il Ventennio per creare Via Dante, all’epoca Via dell’Impero.

Piano delle Fosse

Vico Scaletta al Piano (della Croce o delle Fosse), poteva chiamarsi così, ma non è detto, svolgeva la doppia funzione di scorciatoia, e di collegamento tra due piani differenti del sito dove si trova tramite una scaletta finale che dava sull’attuale Via della Repubblica, quasi di fronte al “Palazzo dei contadini”. La zona appena all’interno di Porta Grande, sia sulla destra, appena girato il Conservatorio Musicale, presenta una lieve salita per accedere a Via Zingani,  e scale per accedere al parallelo Vico Teatro, che sulla sinistra, appena girato il Museo Civico, salita e scale per accedere a Via della Pietà.

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Proprio su questa via si apre un antro stretto e lungo, terminante frontalmente con una porta di accesso ad una abitazione. I bombardamenti del ’43 hanno in parte distrutto, la ricostruzione dei primi anni ’50 hanno in parte modificato: la scaletta non esiste più, e solo una vecchia targa sul muro la ricorda.

Vico Incoronata

Vico Incoronata

Concludiamo con Vico Incoronata, una parte dà su Corso Cairoli, il tratto che immette in Piazza XX Settembre, l’altra su Via Vulcano. Inserito fra la Chiesa di San Francesco Saverio e la parte retrostante dell’ex, antica, Farmacia Accettulli (1877), di questa conserva ancora le inferriate alle finestre con lettere e stemma.

Se potessero raccontarci e raccontarsi, questi vicoli ci direbbero tante cose, ma con le voci di strada hanno perso anche la loro, pur se fortunatamente e ostinatamente continuano a conservare qualche “tesoro”.

 

Farmacia Accettulli 1

Finestra della vecchia farmacia Accettulli che affaccia in vico Incoronata

Farmacia Accettulli

Lapide dell’antica ed ex farmacia Accettulli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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